Alcuni passaggi della rassegna stampa francese
Pasolini scriveva che “Il calcio è l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo”. Tunnel, monologo disincantato e appassionato al contempo, conferma la visione del famoso scrittore e regista ed esplora la dimensione sacra del gioco... Più lo spettacolo va avanti e più il corpo dell’atleta-narratore rallenta, i vari prodotti, Micoren, captagon Efedrina, Cortex, lo trasformano in una specie di idiota. E’ proprio questa distorsione, questa metamorfosi, che attanaglia lo spettatore. ... un atto d’amore verso il calcio, lo sport... il momento in cui l’idolo getta la maschera...
L’HUMANITE
Tunnel non è solo un testo bello e profondo, né solamente un’interpretazione sobria, fine e intelligente, è soprattutto una presa di coscienza indispensabile, urgente, per coloro che amano lo sport e credono in determinati valori. Con parole semplici, taglienti, a volte scomode, Tunnel va al cuore delle cose, affronta senza mezzi termini i mali che corrodono lo sport. Ritmo nella narrazione, asciuttezza nella regia e nelle luci.
FRANCE SOIR
In un angolo oscuro della scena un uomo si scalda, come un atleta prima di entrare in campo... ...Dall’innocenza dei primi calci a un pallone alla corruzione, non si tralascia nulla. Il testo, che si tinge talvolta di lirismo, si avvale della presenza in scena di un sassofonista e, soprattutto, del geniale attore genovese Fabio Alessandrini, che si lancia senza paura dall’inizio alla fine dell’incontro...LE PARISIEN